TERAMO – Alessandro Nicodemi è stato confermato per la terza volta consecutiva alla guida del Consorzio di Tutela del Montepulciano d’Abruzzo Docg – Colline Teramane. Nicodemi è stato votato all’unanimità dai nove componenti del Cda nel corso di riunione convocata per il rinnovo delle cariche che si è svolta nella sede del Consorzio a Mosciano Sant’Angelo. Conferma anche per il vicepresidente Enrico Cerulli Irelli, Gianluca Galasso, Rocco Cipolloni, Marco Scarinci e Gaspare Lepore. Tre invece i nuovi produttori entrati nel Consiglio d’Amministrazione: Antonello Savini, Corrado de Angelis Corvi e Massimo Santone. Nicodemi è al vertice di una compagine consortile notevolmente cresciuta: le aziende aderenti sono passate da 52 del 2006 alle 75 del 2013 con una rappresentatività delle bottiglie docg prodotte del 90%. Nato a Roma, 40 anni, una laurea in Economia e Commercio, Alessandro Nicodemi ha mosso i primi passi nel mondo vitivinicolo ed agroalimentare nel 2000 all’interno dell’azienda di famiglia, la Fattoria Bruno Nicodemi, fra le più antiche del panorama enologico teramano e abruzzese. Nel 2003 entra nel Consorzio come membro del Consiglio di Amministrazione, con il successivo rinnovo nel 2006 viene eletto presidente, incarico che gli viene confermato fino ad oggi. Nel 2011 è insignito “Benemerito della vitivinicoltura italiana” per aver arrecato un determinante contributo allo sviluppo della viticoltura ed alla valorizzazione della enologia italiana, ricevendo la prestigiosa Medaglia del Cangrande. Nel 2013 è anche eletto membro del Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Tutela dei Vini d’Abruzzo. “Non posso non esprimere tutta la mia soddisfazione per la rinnovata fiducia– è il commento di Alessandro Nicodemi – Negli ultimi 20 anni il comparto è profondamente cambiato: il valore aggiunto della filiera si è spostato a valle; i margini di contribuzione delle prime due fasi del ciclo (coltivazione e vinificazione) si sono compressi a fronte del maggior valore creato dalla fase di commercializzazione; i consumi di vino pro-capite sono diminuiti ma non quelli dei vini di qualità, chiaro segnale di una domanda sempre più selettiva da parte dei consumatori che ha guidato il passaggio del vino come ‘alimento’ al vino come ‘fonte di gusto e piacere’”. “Se in passato erano gli stessi produttori a indirizzare le scelte – chiude Nicodemi – oggi è sempre più il mercato sulla base del rapporto qualità/prezzo/immagine per i vini di più alto livello a dettare le regole. Elementi che ci confortano nel proseguire sulla strada intrapresa, alta qualità nelle bottiglie e stretto legame con il territorio di provenienza, le nostre Colline Teramane”.
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